Il Trattamento di fine rapporto rappresenta una parte della retribuzione del dipendente che viene annualmente accantonata e rivalutata. Se il lavoratore viene prematuramente a mancare la legge indica alcuni soggetti a cui spetta.
Il TFR per un lavoratore dipendente rappresenta il 6,91% della retribuzione annua lorda. Questo “tesoretto” viene accantonato annualmente e rivalutato in azienda o in uno strumento di previdenza integrativa. Ma cosa succede al TFR se il lavoratore viene prematuramente a mancare? Chi sono i soggetti ai quali viene destinato? Ma soprattutto il TFR entra nella massa ereditaria nella successione?
ll Tfr e l’indennità sostitutiva del preavviso, secondo quanto disposto dal codice civile per le successioni per causa di morte dall’articolo 2122 del codice civile, non entrano nell’asse ereditario e non sono attribuite a titolo successorio, ma sono percepite da questi soggetti:
- coniuge superstite (anche se separato legalmente);
- figli (indipendentemente dalla vivenza a carico);
- parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado (se viventi a carico del lavoratore deceduto)
In assenza di tali beneficiari, il Tfr è attribuito agli eventuali eredi testamentari o nel caso non vi sia testamento, agli eredi legittimi.
La ripartizione dell’indennità , se non vi è accordo tra i beneficiari, deve essere effettuata in relazione allo stato di bisogno di ciascuno ed è esente da imposte di successione. Il TFR deve essere inoltre liquidato anche in caso di rinuncia all’eredità essendo in questo caso un diritto iure proprio.
Solo nel caso invece il lavoratore venga a mancare dopo la cessazione dal servizio il TFR diventa un diritto iure hereditatis .In questo caso entra nell’asse ereditario e deve essere corrisposta secondo le norme della successione agli eredi legittimi o testamentali.