Il TFR rappresenta un debito nei confronti dei propri dipendenti. Quali sono gli oneri che annualmente l’azienda deve sostenere per il proprio autofinanziamento?
Il TFR per l’azienda rappresenta un debito nei confronti dei propri dipendenti che dovrà essere estinto alla cessazione del rapporto di lavoro. L’accantonamento annuale del TFR è considerato un costo relativo al personale e viene riportato nella sezione del conto economico dell’anno in corso, mentre il TFR pregresso (debito complessivo) nello stato patrimoniale
Conto Economico : Il TFR maturato in corso d’anno + le rivalutazioni del pregresso;
Stato Patrimoniale: Il TFR pregresso maturato + il nuovo TFR maturato.
Molto spesso si pensa che la destinazione del TFR maturando alla previdenza complementare privi l’azienda di un’importante fonte di autofinanziamento. Ma qual è il costo effettivo per l’azienda?
Le aziende che si autofinanziano con il TFR di propri dipendenti sostengono i seguenti oneri:
- Versamento al Fondo di garanzia INPS dello 0,20% della Retribuzione lorda annua;
- La rivalutazione annua del TFR pregresso;
- Versamento del 17% della rivalutazione annua
Un esempio:
Retribuzioni annue lorde: € 300.000,00
Quota TFR maturato: € 22.230,00 (7,41%)
Quota TFR da accantonare: € 20.730,00 (6,91%)
Tasso di rivalutazione: 2%
- Fondo di garanzia INPS: 300.000 x 0,20% = 600,00
- Rivalutazione: 20.730,00 x 2% = 414,60
- Uscita di cassa per imposta del 17% sulla rivalutazione: 70,5
- Costo complessivo: 1.085,10 corrispondente a un 5,23% del TFR da accantonare