Il riscatto della Laurea permette di vedersi riconoscere ai fini contributivi gli anni di studi universitari ma a quali condizioni?
Questo istituto consente al laureato di riscattare il periodo degli studi universitari, al fine di aumentare la propria contribuzione utile al diritto e al calcolo per l’ importo delle prestazioni pensionistiche previste nel proprio regime contributivo obbligatorio.
Prima di analizzare le varie forme di riscatto della Laurea (tradizionale, inoccupati, e il nuovo riscatto agevolato previsto dal Decreto Legge 4/2019) vediamo quali sono le linee generali per l’esercizio di questa facoltà:
- E’ possibile riscattare solo gli anni del corso legale di studi relativo alla Laurea, Lauree brevi e titoli di studio ad essi equiparati;
- I dottorati di ricerca;
- I periodi riscattabili non devono essere coperti da nessuna forma di contribuzione;
E’ importante evidenziare che non sono periodi riscattabili gli anni fuori corso o quelli coperti da contribuzione obbligatoria . Un esempio ci aiuta a comprendere meglio:
Anna si iscrive alla Facoltà di giurisprudenza ( durata del corso legale di studi 5 anni) nel 1998 e si laurea fuori corso nel 2005. Nel frattempo nel 2002 viene assunta regolarmente part time come impiegata in uno studio legale) . Nel 2019 Anna decide di valutare il riscatto del titolo accademico. Quanti anni e quali anni potrà riscattare?
La durata legale del corso di studi è di 5 anni, per cui in questo esempio Anna avrebbe dovuto concluderlo nel 2003. Pur rimanendo iscritta in questa Facoltà fino al conseguimento (fuori corso di due anni) della laurea nel 2005 , Anna puo’ riscattare solo 5 anni cioè quelli corrispondenti al corso di studi ordinario. Ma in quest’esempio lei inizia a lavorare come dipendente un anno prima della conclusione del ciclo ordinario di studi nel 2002, ed essendo questo periodo coperto da contribuzione obbligatoria tale periodo non è riscattabile. Anna potrà riscattare invece un massimo di 4 anni, quelli non coperti da contribuzione obbligatoria.